mercoledì

Biscottini suggestopedici

Era febbraio quando non sapevo veramente più che pesci pigliare. Nel cuore dell'inverno mi sentivo inutile, anzi a dire il vero mi pareva che il mondo ce la mettesse tutta per farmi sentire così. Avevo due lavori che mi stavano annoiando, non tanto perché non fossero interessanti, quanto perché non erano inseriti in un contesto, in un progetto più ampio e lungimirante. Il mio ragazzo era lontano ed io avevo voglia di raggiungerlo. Passavo molto tempo su internet un pò per estraniarmi ed un pò per trovare migliori opportunità. Sono incappata su un corso da un nome strampalato "la comunicazione assertiva nella didattica moderna" che mi impegnava e mi occupava qualche fine settimana al mese e mi sono detta: perché no?
Dal primo momento mi è piaciuto il gruppo ed il modo di interagire nell'aula i cui banchi erano addossati al muro e le sedie messe in cerchio. Per quattro mesi ci siamo dati appuntamento con tutto il nostro fardello, abbiamo condiviso gioie, lacrime, visioni della vita e modi di operare, abbiamo imparato a parlare per farci sentire, ad ascoltare per accogliere, ma soprattutto a capire. Un corso per cercare di vedere come funziona la mente umana in cui se non c'è trasporto non può esserci apprendimento, in cui gli allievi sono gli attori principali dello spettacolo messo in scena dall'insegnante regista. Quante risorse, quanta energia circolava tra quelle quattro mura che spesso cadevano e facevano intravvedere l'orizzonte!
Ma come dopo ogni momento piacevole c'è un conto da pagare, per noi consisteva nell'entusiasmare a nostra volta i compagni e la frau del corso con una lezione fatta da noi. Argomento a scelta. Una frolla gigante ha invaso la mia testa ed insieme alla fidata Cetti (compagna di studi) abbiamo realizzato una lezione sulla frolla con tanto di biscottini ai vari gusti e colori. Eh si perché le cose per essere apprese devono apparire come un ciclone che ti eleva da terra, ti fa dimenticare la cognizione del tempo, ti porta in esplorazione per mondi sconosciuti, ti da qualcosa e ti rimette nello stesso luogo in cui ti ha rapito.

Un bacio di cuore ai miei compagni di traversata nella speranza che ce ne sia un'altra!




Ricetta:

900 gr farina
600 gr burro a pomata (ammorbidito ma non fuso)
300 gr zucchero a velo
50 gr uova

Questa ricetta si esegue con un'impastatrice o le fruste piatte dello sbattitore elettrico. Mettere nella ciotola il burro con lo zucchero ed azionare la macchina a velocità media, lasciar andare fino a quando il burro è montato ed appare bianco vivace. Aggiungere le uova ed amalgamare con le fruste. Quando il composto è omogeneo aggiungere la farina ed azionare la foglia del kitchen aid o le fruste piatte a velocità minima. La farina non deve essere lavorata troppo altrimenti sviluppa il glutine e l'impasto perde la sua croccantezza. Mettere in frigo a riposare un'ora abbondante.
Tirar fuori l'impasto lavorarlo con le punta delle dita per renderlo nuovamente plastico, stendere uno strato di pasta su un foglio di carta da forno col mattarello e dargli le forme con gli appositi stampini. 
Infornare 12 minuti a 170°

Glassa:
Premetto che io la faccio ad occhio!
Indicativamente metto un cucchiaio di albume e cinque di zucchero a velo, unire tanto zucchero quanto ne richiede il composto per essere bello denso. Per far una prova basta farlo colare dal cucchiaio e vedere se le tracce che forma rimangono o si disfano.
Se volete colorarlo aggiungere il colorante (io lo uso in polvere, ma va bene anche liquido) all'albume e poi procedere con l'aggiunta di zucchero.
Colare con un sac à poche usa e getta con una piccolissima apertura sulla punta.



1 commento:

  1. Buongiorno,
    Ti contatto tramite commento perché non ho trovato nessun altro modo per farlo.
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    Silvia

    silvia [at] paperblog.com
    Responsabile Comunicazione Paperblog Italia
    http://it.paperblog.com

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