giovedì

Casetta di legno ...la vendetta!

Uno scroscio di pioggia sta sfidando il mio rifugio di legno, ma lui resiste e protegge i pochi sacchettini di dolcetti rimasti. Oggi è uno di quei giorni che aspettavo da un pò, di quelli che ti fanno sorridere da sola quando passeggi.Chissà perché! Forse perché si sta avvicinando una delle mie feste preferite, o perché ho già iniziato a scartare i regalini o semplicemente perché non c'è nessun motivo per essere tristi! Una cosa è sicura, nei prossimi giorni mi concentrerò in uno dei miei sport preferiti DORMIREEEEEEE!





Visto che siamo a Natale non potevano mancare i biscottini da appendere all'albero o mangiare con una bella tazza di thé

Li ho fatti con la ricetta della frolla al cioccolato di Christophe Felder

225 gr farina oo
150 gr burro pomata
95 gr zucchero a velo
1 uovo (a temperatura ambiente)
15 gr cacao
30 gr farina di mandorle
4 gr sale

Mettere il burro e lo zucchero a velo in una terrina e frullare con le spatole a foglia. Se avete una planetaria usate la foglia, lasciar girare finché il composto non è bello bianco e montato. Aggiungere l'uovo a temperatura ambiente, lasciar amalgamare. Aggiungere la farina mescolata al cacao in una volta e ridurre al minimo la velocità. Appena l'impasto è omogeneo fermare il robot, fare dei panetti e mettere in frigo a riposare 30 minuti.

Stendere su carta da forna o sul piano spolverato di farina, e fare le forme degli animaletti con le formine.
Infornare per 12 minuti a 170°.

Mescolare

la casetta parte seconda

Rieccomi a narrarvi le storie della mia casetta! Insomma tra mille fortune e sfortune sono riuscita a mettere in piedi questo allegro chiosco di biscotti. Ormai il tempo stringeva, mi mancava solo la produzione ed il confezionamento...due cosucce da nulla...insomma. Per riuscire ad impossessarmi di una cucina ho dovuto scendere a patti col diavolo in cambio di qualche ora di forno, impastatrice ed ospitalità. Mi sembrava uno scambio fattibile e così ho accettato. Ho risolto all'ultimo anche il problema etichette grazie ad un amico (super paziente) che mi ha dato una grossa mano a tradurre le mie strampalate idee in realtà compresa, accettata e condivisa dai comuni mortali. Ho avuto un gran valido aiuto dal lato decori e clima natalizio, visto che mia mamma è un grande appassionata di lavoretti manuali e si ingegna a fare oggettini di vario genere.
Ecco quindi, il 27 pronti, o quasi, per partire con la mia allegra e convulsa impresa, viste le mie peregrinazioni tra Venezia, Pordenone ed altre località nell'hinterland. Eh si, perché quasi mi dimenticavo di dire che i miei prodotti non sono solo belli e buoni, ma anche sani, visto che vado a recuperarmi il burro nel caseificio di Marsure (esclusiovamente di centrifuga) e la farina dal mugnaio.
Oggi dopo tante attese è arrivato pure il sole, quindi cosa chiedere di meglio? Si c'è una cosa che vorrei! In effetti quando saluto i miei avventori, proponendogli di assaggiare le mie indifese creature, solo alcuni rispondono con entusiasmo, la maggior parte si limita ad allontanarsi alla velocità della luce con un bel pò di diffidenza. Di questo un pò mi dispiace, perché sinceramente vorrei stabilire un rapporto umano con chi passa, guardarlo negli occhi e sapere cosa pensano di ciò che gustano. Troppo dolci? Troppo cattivi? Troppo buoni? Male??? Bene???Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i frequentatori del mercatino!Ma fin ora non sono riuscita a scucire molte opinioni, continuo, fiduciosa del futuro...

venerdì

Storia di una casetta di legno


Qualche tempo fa ho visto un bando del comune per fare il mercatino di natale in una piccola cittadina di provincia. Mi sono detta "perché no? Potrei vendere i miei dolcetti". Ecco l'inizio di una storia la cui fine non è ancora nota. Dopo mille peripezie, il fatto che non avessi una ditta, i problemi di vendere alimenti, dove produrli etc.... ho concluso che dovevo provarci. Ho chiesto consiglio al commercialista che ha perso i capelli appena ha saputo delle mie intenzioni e mi ha PROIBITO  di aprire una partita Iva per i giorni della vendita, l'Asl mi ha detto che il comune si sarebbe occupato di verificare gli adempimenti igienici del caso ed il comune non si è pronunciato sull'affare limitandosi ad accettare la mia domanda. Il succo è che non so ancora se la mia posizione sia legale...ma sono qui e nessuno (spero) mi schioda!
Una volta ricevuto l'ok dagli enti pubblici mi sono trovata con una marea di cose da fare senza sapere da dove iniziare. Ho pensato che acquistare le confezioni poteva essere un'ottima idea, mi sono recata allo scatolificio Venezia, un posto spettacolare che vende ogni sorta di scatola di forme e colori meravigliosi, solo che ahimè...è solo per commercianti. Questo voleva dire tre cose: ci voleva una partita IVA,  la somma minima di acquisto era 100 e le quantità erano da grossisti per centro commerciale. Io in fondo di cosa avevo bisogno? Di un centinaio di sacchetti di cellophane e delle scatole in plastica trasparenti per i miei amati macaron! Sono tornata a casa con trecentocinquanta sacchetti e ottanta metri di scatole per macaron con tappi per la modica cifra di 180 euro. Volevo suicidarmi!
Mancavano ancora alcune cosucce come l'acquisto delle materie prime, il pacco clamoroso tirato dal gestore di un locale che mi aveva promesso di affittarmi la sua cucina e l'ideazione e stampa di etichette e qualnt'altro...
to be continued

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