Da qualche settimana mi sono messa alla ricerca sia nel web che nei negozi di un burro decente. Con questo termine intendo un prodotto di una buona qualità, perché devo portarlo a cottura fino a farlo imbiondire, il cosiddetto "beurre noisette". Dopo questo procedimento dovrebbe quindi lasciare il minor numero di residui bruciacchiati possibile e conferire quel gusto inconfondibile tipico dei dolci francesi o nordici. Insomma, un burro che è stato vera panna e non un liquidiccio insieme ad un pò di grasso residuo di altre lavorazioni. Bhè paese che vai usanza che trovi. Dopo alcvune ricerche ho scoperto alcune cose veramente interessanti , come ad esempio che in Italia le etichette forniscono pochissime indicazioni sulle caratteristiche del burro, si fa pure fartica a vederne la percentuale di grassi questo perché la nostra legislazione sul burro non tutela il consumatore. Nel senso che risulta arduo riuscire a rintracciare il metodo di produzione del burro e la provenienza del latte, cosa che per l'olio è ormai diventata fondamentale. Ho pure scoperto che ci sono prodotti regionali veramente interessanti come l'Ont, che è un burro di malga lasciato cuocere ed imbiondire utilizzabile come condimento o, nel mio caso, da inserire in alcune riccette come il plum cake. Questa demonizzazione di un'ottima mateia prima, dal mio punto di vista, è data due fattori: da una parte la nostra cultura mediterranea prettamente "oliocentrica" e dall'altra la mancanza di valorizzazione di una importante fetta dell'Italia. E' vero che noi esaltiamo quanto non mai l'olio d'oliva (ricco di omega 6 e antiossidante) ma non vedo per quale motivo ci ostiniamo ad osteggiare il burro (grasso animale, basso punto di fumo...fa ingrassare). Queste cose sono vere, ma vediamo di valutare lati positivi e negativi di ogni prodotto, visto che ce ne sono. L'olio d'oliva è più grasso del burro, ma ha il pregio di mantenere invariare le proprietà organiche alle alte temperature, è sicuramente preferibile in cottura. Il burro è un grasso animale che deve essere usato in alcune pietanze perché è buono e non fa male di per sè. E' vero è ricco in colesterolo, ma una persona sana, giovane e sportiva, non consumandolo, si priverebbe di un gran piacere senza un motivo giustificato. C'è da sottolineare che gli acidi grassi presenti nel burro, sciogliendosi ad una temperatura inferiore a quella corporea (30°) assicurano un'alta digeribilità. E' ricco di vitamina A e sali minerali importanti per la crescita e di vitamina D che favorisce il metabolismo del calcio. Insomma basta con le paranoie da Italiani, leggiamo i risultati del test commissionato da Il Salvagente sul burro, arrabbiamoci e iniziamo a pretendere di più. Per concludere vorrei spezzare una lancia a favore di una parte dell'Italia un pò tralasciata dal punto di vista gastronomico (forse questo è anche un motivo per cui conserva le antiche tradizioni): il territorio alpino e prealpino. E' trabordante di prodotti buoni, sani e genuini che molto spesso non oltrepassano i confini locali. E' arrivata l'ora di vantarsi del nostro belpaese anche per tutte quelle zone meno blasonate, pubblicizzate ed assolate che sono parte integrante delle nostre radici.
Interessante questo post! E' vero si demonizza troppo l'uso del burro ed io lo faccio...però dopo questo tuo post cercherò di approfondire l'argomento.
RispondiEliminaBuona giornata