Ogni tanto qualcuno si sbaglia di grosso e crede che io sia una pasticcera solo perché mi viene qualche ciambella col buco in più di qualcu'un altro che si cimenta con quest'arte da meno tempo. Mi si chiede allora di metter su un'attività, di fare qualcosa di concreto per non rendere vani i miei sforzi. Delle volte penso che sarebbe una bella idea, ma poi mi rendo conto che mi mancano troppo cose per essere un'imprenditrice vera. Il problema (tra gli altri) è che non mi so organizzare, sono troppo fantascientifica. Insomma mi credo marziana, ma ho sentimenti da terrestre. Sempre in lotta tra ciò che voglio fare e ciò che dovrei concludere, alla fine mi trovo con un pugno di mosche in mano, troppo ideali per essere reali e così, pure quelle, finiscono per popolare solo la mia fantasia.E così l'atro giorno mi ha chiamato un'amica, una pasticcera vera, di quelle con le palle, che lavorano 14 ore al giorno e partoriscono autentiche opere d'arte, lei è in Giappone e vorrebbe tornare in Italia, mi si è paventata l'idea di mettere su qualcosa con lei, solo che io...boh non so! Mi piacerebbe continuare ad insegnare, a lavorare coi ragazzini e fare la signorina Rottermehier insomma. Mi domando se entrmbe le cose siano conciliabili e intanto continuo a provare ad imitare i grandi fautori di dolci con qualche sbiadita imitazione. Questa era la torta di compleanno per il mio compare!
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